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peluria nel bambino

La peluria nel bambino:varianti normali e patologiche

La peluria nel bambino è presente già al momento della nascita e si trasforma nel tempo in relazione all’età e ad altri fattori costituzionali e non.

La peluria nel neonato

Nel neonato la peluria appare particolarmente sottile e prende il nome di lanugine.  E’ molto sviluppata durante la vita fetale, tanto che tra il sesto e il settimo mese di gestazione il bambino ne appare in gran parte ricoperto.

Ma verso la fine dell’ottavo mese di gravidanza, a causa delle modificazioni ormonali che si verificano, la peluria tende a cadere: questo è il motivo per cui la lanugine è più evidente nel prematuro.

Nel neonato a termine questa peluria sottile è generalmente presente  sul dorso, sulle braccia e sulle orecchie, anche se esistono varianti individuali non patologiche in cui può essere particolarmente estesa e/o scura ( e quindi più evidente). Ciò è particolarmente frequente in soggetti appartenenti ad etnie con pelle molto pigmentata, ed anche in bambini con genitori a fenotipo scuro.

La peluria di transizione

La lanugine del neonato, così come gran parte dei  capelli presenti alla nascita, sono destinati a cadere nel corso delle successive prime settimane di vita a causa del  progressivo calo degli ormoni materni, e gradualmente compare una peluria di transizione caratterizzata da peli sottili, generalmente poco pigmentati, su gran parte della superficie corporea.

Modificazioni della peluria del bambino alla pubertà

Con l’approssimarsi della pubertà i peli che si trovano in aree sensibili all’azione ormonale si modificano, divenendo più spessi e maggiormente pigmentati: si tratta dei cosiddetti peli terminali.

 Questo processo avviene in parallelo con la comparsa dei caratteri sessuali secondari (aumento del seno, del pene, dei testicoli), ma non si tratta dello stesso fenomeno.

Il pubarca precoce

E’ infatti possibile osservare in alcuni bambini la comparsa di peluria di tipo terminale a carico del pube e/o delle ascelle senza modificazioni del seno o dei genitali. Questo fenomeno prende il nome di pubarca precoce e può precedere anche di molti anni la pubertà. Una stretta osservazione nel tempo, assieme alla valutazione di altri fattori quali la velocità di crescita, potranno indirizzare il pediatra verso un approccio attendistico o, al contrario, suggerire l’esecuzione di esami.

Differenza tra ipertricosi e irsutismo

La peluria nel bambino a volte può essere particolarmente diffusa e/o pigmentata in aree non soggette a stimolazione ormonale. Questo fenomeno è generalmente determinato da fattori costituzionali, spesso familiari, e prende il nome di ipertricosi.

L’ipertricosi va quindi differenziata dall’irsutismo che è invece causato dall’azione diretta degli androgeni sul pelo sottile in aree sensibili (pube, ascelle, ecc) che ne determina la trasformazione in pelo terminale.

L’ipertricosi si può riscontrare in alcune sindromi (generalmente rare e spesso associate a varie malformazioni), o può essere ricondotta all’azione di alcuni farmaci. Al di fuori di queste eventualità piuttosto infrequenti, di solito è sufficiente una semplice valutazione globale del bambino nel corso della visita pediatrica per escludere la necessità di un approfondimento diagnostico (esclusione, per esempio, di celiachia, ipotiroidismo, anoressia nervosa).

La terapia  dell’ipertricosi è puramente estetica e va riservata a quei casi in cui il fenomeno è particolarmente evidente e causa nel bambino disagio psicologico.

La pubertà

La pubertà rappresenta la fase di transizione tra l’infanzia e l’età adulta durante la quale si osservano profonde trasformazioni fisiche che non solo portano alla capacità di procreare ma che incidono anche a livello psicoemotivo e neuro-comportamentale preparando il soggetto alla maturità.

Anticipo puberale nell’ultimo secolo

Negli ultimi 100 anni si è assistito ad una anticipazione dell’epoca di comparsa dello sviluppo puberale che, per esempio, si traduce nelle ragazze in un anticipo del menarca di circa 3 anni rispetto al secolo scorso. La spiegazione di tale fenomeno non è nota, si ipotizza però che alla base vi sia in primis il miglioramento delle condizioni di vita ed in particolare della nutrizione: secondo tale ipotesi la pubertà scatterebbe al raggiungimento di un certo peso corporeo ( o, meglio, massa corporea) tale da garantire la capacità di procreare. Altri elementi in corso di valutazione sono rappresentati dalla diffusione nell’ambiente di sostanze ad azione ormonale capaci di interferire con i normali processi di maturazione; tali sostanze, chiamate “perturbatori endocrini” sono presenti in molteplici oggetti e sostanze di uso quotidiano (vernici, superfici plastiche, ammorbidenti, prodotti di bellezza,ecc.).

Trasformazioni fisiche

Il primo segno fisico dello sviluppo puberale è rappresentato nelle ragazze dalla comparsa del seno (bottone mammario) e nel maschio dall’aumento di volume dei testicoli. Ne consegue che per la femmina è generalmente evidente il momento di inizio della pubertà, mentre per i ragazzi spesso i genitori fanno difficoltà a percepire tale fenomeno: la sede “nascosta” del sacco scrotale ed il naturale riserbo del bambino per la propria intimità giocano a sfavore in tale rilevazione che, oltretutto, necessita di una esatta valutazione quantitativa del volume testicolare (4 ml).

L’età di comparsa della pubertà è più precoce nel sesso femminile (8-13 anni) rispetto a quello maschile (10-14 anni).

Le successive modificazioni che si osserveranno sono rappresentate dallo sviluppo della peluria pubica ed ascellare e dalla maturazione dei genitali esterni per entrambi i sessi, dall’incremento della massa muscolare e dal cambiamento del tono della voce nei maschi, nonché da una rapida accelerazione della velocità di crescita definita scatto puberale.

Quest’ultima rappresenta un altro elemento che gioca sfavorevolmente sulla capacità di valutazione della maturazione puberale da parte dei genitori in quanto il picco di crescita si manifesta nelle ragazze in concomitanza con la comparsa del bottone mammario e quindi vi saranno ben due segni fisici evidenti, mentre nel maschio tale picco si manifesta generalmente quando il volume testicolare raggiunge il volume di 8 ml.

Accrescimento staturale

Lo scatto puberale si osserva nei maschi tra i 12 e i 17 anni, con un picco più evidente tra i 13 e i 15 anni: nell’anno di maggior sviluppo il ragazzo presenta spesso un aumento staturale maggiore di 10 cm. Nelle ragazze avremo invece un anticipo di tali fenomeni (scatto tra i 9 anni e mezzo e i 14 anni e mezzo e picco tra gli 11 e i 13 anni ) con un guadagno staturale massimo di circa 9 cm nell’anno di maggior crescita.

Il menarca si manifesta in media 2 anni dopo la comparsa del bottone mammario, rappresentando anch’esso un fenomeno di facile rilevazione in ambito familiare, e la sua comparsa si associa frequentemente ad un marcato rallentamento della velocità di crescita.

Per quanto riguarda il sesso maschile, ancora una volta, l’eiaculazione, che generalmente compare tra i 12 anni e mezzo e i 14 anni, non rappresenta un fenomeno così macroscopicamente evidente.

Da tutto ciò ne consegue a volte una oggettiva difficoltà da parte dei genitori di identificare, soprattutto per i figli maschi, quando e se il processo puberale è comparso e come sta procedendo, e ciò soprattutto in un’ottica di valutare la crescita staturale che, come abbiamo visto, è intimamente correlata alla pubertà. Il controllo periodico da parte del Pediatra potrà quindi dare informazioni utili al riguardo e permetterà di approfondire con appositi esami quelle condizioni che si discostano dalla norma e, se necessario, impostarne la corretta terapia.